BUONI FRUTTIFERI POSTALI.

SEI SICURO DI AVER RICEVUTO IL GIUSTO RIMBORSO?

E’ in continua crescita il contenzioso relativo ai buoni fruttiferi emessi da Poste Italiane S.p.A. e sempre più risparmiatori si vedono riconosciuto il diritto a ricevere rimborsi maggiori rispetto a quelli effettivamente liquidati.

Cerchiamo di capirne il motivo.

Prima del 1986, Poste Italiane emetteva dei buoni fruttiferi postali cosiddetti della serie “P”, i quali riportavano dei tassi di rendimento notevolmente vantaggiosi.

Successivamente all’entrata in vigore del Decreto Ministeriale del 1986 che ha disposto la riduzione degli interessi relativi ai buoni postali di futura emissione, Poste Italiane ha iniziato ad emettere i buoni fruttiferi della serie “Q” i quali prevedevano dei tassi di rendimento inferiori rispetto a quelli della serie “P”.

Tuttavia, per l’emissione dei buoni della serie “Q”, di durata trentennale, Poste Italiane ha continuato ad utilizzare gli stessi moduli in precedenza impiegati per i buoni della serie “P” i quali riportavano, quindi, i tassi di rendimento di quest’ultimi (più alti rispetto alla serie “Q”).

Per ovviare a questo problema, Poste ha ben pensato di apporre sul retro dei buoni in questione un timbro, con il quale veniva indicata la serie “Q” e il tasso di interesse applicato (più basso di quello riportato nel modulo utilizzato).

Fin qui tutto bene, sennonché i timbri apposti da Poste Italiane riportavano i tassi applicabili ai buoni della serie “Q” unicamente per i primi 20 anni di vita del buono, senza indicare il tasso applicabile tra il 21° e il 30° anno.

Sicché per tale ultimo decennio numerosi risparmiatori hanno fatto affidamento ai rendimenti riportati sui moduli in loro possesso appartenenti alla vecchia serie “P” ma al momento del rimborso hanno ricevuto una spiacevole sorpresa.

Poste, infatti, per i buoni fruttiferi in scadenza, ha iniziato a corrispondere rimborsi interamente calcolati sui tassi indicati nel timbro, ovvero quelli della serie “Q”, quando in realtà, per l’ultimo decennio, avrebbe dovuto corrispondere rimborsi parametrati sui tassi di interesse riportati nei moduli, ovvero quelli della serie “P” (circa il doppio più alti rispetto a quelli della serie “Q”).

Questa insana prassi di Poste Italiane non è stata condivisa dall’ABF (Arbitrato Bancario Finanziario), nonché da moltissimi Tribunali investiti del problema, i quali hanno riconosciuto ai risparmiatori il diritto di ricevere un rimborso maggiore rispetto a quello corrisposto da Poste Italiane.

Se hai acquistato un buono fruttifero postale della serie “Q” o comunque un buono fruttifero emesso tra il 1986 e il 1999, contattaci e consentici di esaminarlo gratuitamente. Possiamo aiutarti ad avere diritto a un rimborso maggiore di quello riconosciuto!

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